Jesús Madrazo Num. IV 75 cl.

SpagnaD.O.Ca. Rioja, Spagna.
Vino rossoTempranillo, Merlot, Grenache e Graciano.
Vino rossoVino rosso Bottiglia, 75 cl.

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Produttore Jesús Madrazo.
Nome Num. IV.
Varietà Vino rossoTempranillo, Merlot, Grenache, Graciano.
Paese d'origine SpagnaSpagna.
Denominazione di origine SpagnaD.O.Ca. Rioja.
Certificazione (UE)401/2010 Denominación de Origen Calificada (D.O.Ca.)
D.O.Ca. Rioja.
Regione di produzione La regione di produzione di D.O.Ca. Rioja si trova in Las regiones de las comunidades autónomas de La Rioja y el País Vasco mayoritariamente, y en menor medida de Navarra y Castilla y León​. Por la diversidad orográfica y climática se distinguen tres subzonas de producción: Rioja Alta (76 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 1, Miranda de Ebro, en la provincia de Burgos, Castilla y León), Rioja Baja (42 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 8 en Navarra) y Rioja Alavesa (15 términos municipales en la provincia de Álava, País Vasco).
Peso 1.500 gr. (1,5 Kg.).
EAN 0718603729074
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Tipologia Vino rosso.
D.O.Ca. Rioja.
Varietà Vino rossoTempranillo, Merlot, Grenache, Graciano.
Vendemmia / Raccolta
Attualmente commercializzato dal produttore.
Formato Bottiglia.
Capacità 75 cl.
Contenuto di alcol 14.5% Vol.
Peso 1.500 gr. (1,5 Kg.).
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Riferimento del prodotto WAN4541147
EAN 0718603729074
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Scadenza di spedizione Spedizione Spagna Spagna: Spedizione Gratuita.
Tempo di consegna: Informazioni e prezzi.
Posizione di conservazione Posizione laterale, bottiglia orizzontale.
Temperatura di conservazione Conservare a una temperatura costante da 10-17 ° C.
Umidità deve essere costante intorno al 60-80%.
Raccomandazioni Tenere preferibilmente lontano dalla luce.
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Nota visiva Rosso ciliegia, Toni blu e viola, Finiture viola.
Nota olfattiva Pepe nero, Liquore Cassis, Vivo, Buon profumo.
Nota di degustazione Finale fresco, Buona freschezza, Sentori di pelle.
Abbinamento raccomandato Pesce grasso, Pasta al formaggio, Marmitako Bonito, Piatti cucinati con erbe aromatiche.
Temperatura di consumo 13ºC - 16ºC.
Consumo Si raccomanda di bere con moderazione e di avere un consumo responsabile di bevande alcoliche.
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26 Ott 2024

Una bebida con clase

Valutazione 
05 Ago 2024

Clase mundial

Selezione del prodotto by Jesús Madrazo.

5 Prodotti, La migliore selezione di Jesús Madrazo.


Jesús Madrazo Num. IV 75 cl.

Informazioni aggiuntive.


18,95 € Spedizione Gratuita | Vino rosso Jesús Madrazo Num. IV D.O.Ca. Rioja Spagna Tempranillo, Merlot, Grenache, Graciano Bottiglia 75 cl

«Jesús Madrazo Num. IV Rioja» è prodotto da Jesús Madrazo. Nell'elaborazione di «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» i vitigni utilizzati sono Tempranillo, Merlot, Grenache e Graciano. «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» è un prodotto di Spagna. È certificato con D.O.Ca. Rioja. La regione di produzione di D.O.Ca. Rioja si trova in Las regiones de las comunidades autónomas de La Rioja y el País Vasco mayoritariamente, y en menor medida de Navarra y Castilla y León​. Por la diversidad orográfica y climática se distinguen tres subzonas de producción: Rioja Alta (76 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 1, Miranda de Ebro, en la provincia de Burgos, Castilla y León), Rioja Baja (42 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 8 en Navarra) y Rioja Alavesa (15 términos municipales en la provincia de Álava, País Vasco). Il peso di «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» è di 1.500 grammi (1,5 Kg.). «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» è identificato e commercializzato con il codice a barre EAN 0718603729074.

«Jesús Madrazo Num. IV Rioja» appartiene alla categoria Vino rosso, Vino rosso Denominazione di origine D.O.Ca. Rioja. Nell'elaborazione di «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» i vitigni utilizzati sono Tempranillo, Merlot, Grenache e Graciano. Questo prodotto non è identificato o fornito in un'annata specifica. L'immagine del prodotto così come la sua etichetta potrebbero non corrispondere all'identificazione dell'annata o ad altre caratteristiche e dettagli del prodotto in vendita. Se lo desideri, noi possiamo fornirti queste informazioni, e, ovviamente, Puoi richiedere un raccolto specifico e faremo ogni sforzo per soddisfarti. «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» è commercializzato nel formato bottiglia 75 cl. La gradazione alcolica di «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» è 14.5% Vol. Il peso di «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» è di 1.500 grammi (1,5 Kg.).

«Jesús Madrazo Num. IV Rioja» è identificato e commercializzato con il codice a barre EAN 0718603729074. Il prezzo di vendita finale di «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» è 18,95 € in Vinoteca.online. Questo prodotto è fornito in confezioni da 3 o più.

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Per quanto riguarda la degustazione di «Jesús Madrazo Num. IV Rioja», le note rosso ciliegia, toni blu e viola e finiture viola spiccano nella sua fase visiva. Tra le note predominanti della degustazione olfattiva ci sono pepe nero, liquore cassis, vivo e buon profumo. Infine, La degustazione di «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» nella fase gustativa si distingue per finale fresco, buona freschezza e sentori di pelle. Si consiglia di associare «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» a pesce grasso, pasta al formaggio, marmitako bonito e piatti cucinati con erbe aromatiche. La temperatura ottimale da consumare «Jesús Madrazo Num. IV Rioja» è 13ºC - 16ºC.

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Denominazione di origine:
D.O.Ca. Rioja.

Jesús Madrazo Num. IV 75 cl.


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La DO más antigua de España.

Los vinos de Rioja están amparados por la Denominación de Origen más antigua de España. Cuando a finales del siglo XIX nace el Rioja moderno y se dota de identidad propia el nombre de un producto vinculado a su origen, surge la preocupación de los viticultores y elaboradores riojanos por proteger tal identidad de los “usurpadores y falsificadores”, inquietud que culmina con el reconocimiento oficial el 6 de junio de 1925 de la Denominación de Origen Rioja. Desde 1991 los vinos de Rioja están amparados por la primera DO Calificada de España. Su Pliego de Condiciones establece la demarcación de la zona de producción, las variedades de uva que pueden ser cultivadas, los rendimientos máximos permitidos, las técnicas de elaboración y crianza, etc. El Consejo Regulador es la entidad de carácter público encargada de fomentar y controlar la calidad de los vinos amparados, promocionar su imagen y defender los intereses del sector, cuyos representantes integran el órgano de Gestión del Consejo. Hoy Rioja es una de las Denominaciones de Origen del mundo que mayores garantías ofrece respecto a la calidad y autenticidad de sus vinos, y una de las pocas que exige el embotellado en origen para toda su producción. Sin duda, la eficaz aplicación por parte del Consejo Regulador de una normativa de autocontrol mucho más rigurosa que la de otras zonas vitivinícolas ha sido capaz de transmitir seguridad y confianza a los consumidores y ha resultado determinante para alcanzar la posición de liderazgo que los vinos de Rioja ocupan en el mercado.

Una herencia de siglos.

La tradicional vocación de excelencia de los vinos de Rioja les ha permitido consolidar su imagen de prestigio entre los consumidores y convertirlos en la referencia en cuanto a calidad para la vitivinicultura española, tanto con sus vinos de estilo más clásico, cuyas cualidades únicas para el envejecimiento son admiradas por los consumidores de todo el mundo, como con una nueva generación de vinos innovadores. Rioja ha sabido mantenerse a la vanguardia de la innovación vitivinícola con una gran diversidad de vinos con personalidad diferenciada, que han fundamentado su éxito en los mercados y le han situado en la élite de las denominaciones de origen históricas europeas, siendo hoy la marca “Rioja” una de las cinco con mayor notoriedad entre las zonas vinícolas más prestigiosas del mundo. La civilización de la vid y el vino era una realidad en las tierras riojanas hace más de dos mil años, como lo testimonian los numerosos restos arqueológicos de lagares y bodegas datadas en la época de dominación romana. Mantenida esta cultura vitivinícola durante la alta Edad Media al abrigo de los monasterios, sería en el de San Millán de la Cogolla donde Gonzalo de Berceo, primer poeta de la lengua castellana, ensalzara en sus versos las virtudes del vino riojano, cuyo incipiente comercio local controlaba el monacato emilianense. La importancia económica que durante siglos ha tenido la viticultura para la región, siendo su principal cultivo junto al cereal, tiene su origen cuando, al igual que otros grandes vinos europeos, comienza a ser producto de mercado en la transición del medievo a la edad moderna a fin de atender la creciente demanda de una población cada vez más concentrada en las ciudades, lo que requería la modernización del hasta entonces difícil y controlado comercio del vino, que aumenta considerablemente en aquellas zonas vinícolas, como Rioja, que han incrementado la producción muy por encima de sus necesidades de autoabastecimiento. Un hito muy significativo fue la creación en 1787 de la Real Junta de Cosecheros, cuyo objetivo era el fomento del cultivo de la vid, contribuir a la mejora de la calidad de los vinos y facilitar la comercialización en los mercados del norte, por lo que su dedicación prioritaria fue construir y mejorar caminos y puentes para unir los pueblos vinateros riojanos con Vitoria y con el puerto de Santander.

Las zonas de producción.

La DOCa Rioja tiene tres zonas con características vitivinícolas diferenciadas: Rioja Alta, Rioja Alavesa y Rioja Oriental (hasta 2018 denominada Rioja Baja). Los accidentes geográficos han contribuido a conformar una región natural perfectamente delimitada y diferenciada de las que le rodean. La zona de producción de la Denominación de Origen Calificada Rioja está situada en el norte de España, a ambos márgenes del río Ebro. Cien kilómetros de distancia separan Haro, la localidad más occidental, de Alfaro, la más oriental, siendo de unos 40 kilómetros la anchura máxima del valle ocupado por viñedos que, en sucesivas terrazas escalonadas, alcanzan una altitud máxima de unos 700 m. En total forman parte de la DOCa 144 municipios (118 en La Rioja, 18 en Álava y 8 en Navarra) porque sus terrenos son “aptos para la producción de uva con la calidad necesaria”. Toda la zona se beneficia de la confluencia de dos climas tan opuestos como el atlántico y el mediterráneo, que proporcionan temperaturas suaves y precipitaciones anuales algo superiores a los 400 l/m², condiciones muy idóneas para el desarrollo de la vid. Las 65.326 hectáreas de viñedo protegidas por la Denominación se distribuyen en:
- Rioja Alta, con 27.347 has.
- Rioja Oriental, con 24.590 has.
- Rioja Alavesa con 13.389 has.

La Rioja Alta.

Rioja Alta es la zona más occidental de la DOCa Rioja a la que pertenecen numerosas localidades que, bajo la influencia del clima atlántico y sobre una gran variedad de suelos repartidos entre los arcillo-calcáreos, arcillo-ferrosos y aluviales, arrastran a sus espaldas grandes historias cargadas y llenas de emociones y sentimientos que con el paso del tiempo les han permitido convertirse en uno de los principales referentes enoturísticos a nivel mundial, alojando, entre otras muchas riquezas, la mayor concentración de bodegas centenarias de Europa, el camino de la lengua con los monasterios de Yuso y Suso, situados en el pueblo de San Millán de la Cogolla y Patrimonio de la Humanidad o una de las más especiales etapas del Camino de Santiago. El Barrio de las Bodegas de Haro ha sido, y sigue siendo, un punto de encuentro para todo aquel que desea disfrutar de la arquitectura del vino, a la vez que de la historia que guarda cada rincón de las muchas bodegas centenarias que albergan auténticos cementerios de botellas. Muchas de esas cavas siguen estando en manos de las mismas familias desde que, a finales de 1870, se instalaron en una de las dos primeras ciudades españolas en recibir luz eléctrica en sus calles, poco después de París y Londres. “Ya llegamos a Haro, que se ven las luces”, era lo que, allá por finales del siglo XIX, se oía repetidamente al llegar a la zona. Conocer los secretos de la elaboración del vino mientras se degusta un buen vino de Rioja o se charla con algún miembro de la quinta generación de bodegueros es, sin duda, uno de los mejores placeres que nos ofrece la zona de Rioja Alta. Hablamos de algunos municipios que comprenden y delimitan las comarcas de Haro y Nájera, nombres que si ya de por sí suenan y destacan en rincones del mundo entero, también aportan mucho a la región y cuentan con un gran valor paisajístico, una gran riqueza medioambiental, una gran diversidad cultural y una pasión inigualable por el vino capaz de despertar el interés de cualquiera. Haro, Ollauri, Briones, Cuzcurrita del río Tirón, San Asensio, Cenicero, San Vicente de la Sonsierra, Logroño o Fuenmayor son algunos de los destinos que se esconden en esta zona maravillosa situada en la parte más occidental de la región.

La Rioja Oriental.

Rioja Oriental es la zona de la DOCa Rioja ubicada en la zona más al este de la región. Sus condiciones geográficas, al igual que la influencia climática mediterránea y los suelos de la zona, antiguamente conocida como subzona de Rioja Baja, hacen de ella una tierra privilegiada para el desarrollo de la viña. Además de sus muy cuidados vinos, esta zona destaca por su exquisita gastronomía, basada sobre todo en la verdura de la huerta, la cual se suele acompañar de un buen vino de la zona. Además, Rioja Oriental posee un gran itinerario de museos culturales esparcidos por todo su territorio: muestra de ello son su increíble producción y cultivo de setas y champiñones, siendo el municipio de Pradejón el que más champiñones produce a nivel nacional, y museos como el de la Cultura del Aceite, ubicado en Préjano, que expone con todo lujo de detalles la historia y la evolución de uno de los productos más útiles, utilizados y comercializados desde tiempos inmemorables. La cultura del vino está regada y estrechamente vinculada con el carácter de los pueblos de la zona, donde los valores del vino, de sus habitantes, el arte y las actividades relacionadas con el vino y la gastronomía hacen del día a día de Rioja Oriental una visita obligada a localidades como Alfaro, Aldeanueva, Azagra, Calahorra, o Viana.

La Rioja Alavesa.

Rioja Alavesa es la zona de la DOCa que se extiende en poco más de 300 kilómetros cuadrados del sur de la provincia de Álava, en la orilla norte del río Ebro, sobre suelos predominantemente arcillo calcáreos situados en terrazas y pequeñas parcelas y un clima atlántico, seco y soleado. Está compuesta por 18 municipios que le otorgan una belleza inigualable a través de todo tipo de recursos enoturísticos, los cuales, presentes en el medio natural y aportando un gran valor turístico y económico a la zona, consiguen fusionarse con una arquitectura innovadora y muy bien vista y destacada en una gran cantidad de edificios y bodegas históricas que, con el paso del tiempo, han conseguido labrarse un nombre en la historia y sorprender a cualquiera que levantase la vista y observase la majestuosidad y el esplendor de una tierra hecha propia y naturalmente tanto para la elaboración de vinos jóvenes como para su envejecimiento en barrica, otorgándoles unos aromas característicos propios y únicos que representan a la perfección los valores de lo que es Rioja Alavesa. Ejemplos de ello son las pintorescas calles de Elciego o las antiguas bodegas de Laguardia, dos municipios que año tras año atraen a un sinfín de turistas de todas las partes del mundo, los cuales no dudan en volver a repetir la experiencia y sumergirse en las importantes aportaciones y avances técnicos y vitivinícolas que están haciendo sus gentes.

Controles de calidad.

El Consejo Regulador, integrado por representantes de viticultores, bodegueros y Administración, es la entidad encargada de velar por el cumplimento de las normas de la Denominación, con el objetivo de proteger la tipicidad y calidad de los vinos de Rioja. Los vinos de Rioja están amparados por la Denominación de Origen más antigua de España, reconocida oficialmente en 1925. Desde 1991 ostenta la categoría máxima “Calificada”, fue la primera reconocida en nuestro país. Su Pliego de Condiciones establece la demarcación de la zona de producción, las variedades de uva que pueden ser cultivadas, los rendimientos máximos permitidos, las técnicas de elaboración y crianza, etc. Desde la producción a la comercialización, el Consejo Regulador mantiene un riguroso y eficaz sistema de control, tanto en lo que se refiere a la cantidad como a la calidad de los vinos protegidos.

Control de viticultura.

Tanto en la producción como en la elaboración de los vinos de Rioja, y siempre con el objetivo de optimizar la calidad, se aplica una normativa más rigurosa que la de otras zonas vitivinícolas. Los aspectos relacionados con el cultivo de la vid están contemplados por el Pliego de Condiciones de la Denominación, o por las normas emanadas desde el Consejo para su desarrollo, como la densidad de plantación, que será obligatoriamente de 2.850 cepas por hectárea como mínimo y de 10.000 cepas por hectárea como máximo. Todos y cada uno de los viñedos que integran la denominación deben figurar en los registros del Consejo con el nombre del propietario, término municipal, paraje, superficie, variedad, año de plantación y número de cepas. Las prácticas de cultivo deben tender con carácter general a optimizar la calidad de las producciones. Se establecen igualmente los límites de producción máximos autorizados por hectárea, límites situados por debajo de la media de las Denominaciones europeas más prestigiosas. Para las variedades tintas este límite es de 6.500 kgs. por hectárea y para las variedades blancas de 9.000 kgs. por hectárea.

Control de la vendimia.

Las garantías de calidad y origen para los vinos de Rioja se realizan desde la misma vendimia. Es uno de los momentos claves en los que se aplica el completo sistema de control establecido por el Consejo para garantizar el origen y calidad de los vinos producidos en la Denominación. Durante el transcurso de la vendimia, los Servicios de Inspección del Consejo controlan los traslados de uvas, vigilan las zonas limítrofes de la Denominación, verifican la calidad de las uvas y coordinan a los más de 200 “auxiliares de vendimia” que controlan el pesaje de toda la producción de uva en cada una de las básculas ubicadas en los centros de elaboración. Para poder elaborar o vender uva con derecho al uso de la Denominación de Origen Calificada Rioja, los casi 15.000 titulares de viñedos actualmente existentes en Rioja deben poseer una “tarjeta de viticultor” en cuya memoria figuran la superficie de viñedo inscrito y el rendimiento máximo en Kgs. 6.500 kgs. por hectárea para las variedades tintas y 9.000 kgs. para las variedades blancas. Las bodegas elaboradoras tienen que comunicar al Consejo Regulador con antelación suficiente, la fecha de inicio o apertura de recogida de uvas, así como los puntos o lugares donde ésta se efectúe e incluso el horario de recepción, ya que toda la uva debe pesarse en presencia del vigilante del Consejo. Una vez finalizada la vendimia, las bodegas elaboradoras, realizarán ante el Consejo Regulador la declaración jurada de los vinos elaborados acompañada de la relación nominal de los proveedores de uva y la cantidad entregada por cada uno de ellos. Al estar todas las pesadas tramitadas telemáticamente al Consejo Regulador, este organismo pone a disposición de las bodegas la relación de proveedores para que simplemente la configuren con su firma.

Certificación.

El Consejo Regulador de la DOCa Rioja tiene acreditado el cumplimiento de la norma UNE-EN ISO/IEC 17020:2012 (Acreditación 349/EI 554) desde el 7 de abril de 2017. Así mismo, está en trámites para hacerlo también con la norma UNE-EN ISO/IEC 17065:2012.

Control de calificación a operadores.

La calificación es un examen de autoevaluación del vino por parte de la bodega la cual determina si el vino elaborado cumple con los requisitos que marca el Pliego de Condiciones.El Consejo Regulador aplica, por su parte, un control de calificación a las bodegas para verificar y validar partidas de vino calificadas por la bodega. Este control se desarrolla entre el 1 de diciembre y 31 de marzo y son tomadas por los técnicos del Consejo en los mismos depósitos donde el vino ha fermentado. Se analizan después en uno de los tres laboratorios oficiales de la Denominación (Estaciones Enológicas de Haro, Laguardia y Olite), a fin de determinar si sus componentes se ajustan a las exigencias del Pliego de Condiciones de Rioja. El panel de cata es quien realiza el examen organoléptico de las muestras, valorando la tipicidad, color, limpidez, olor, sabor y calidad del vino. La cata constituye el mejor instrumento para determinar la calidad del vino, así como su personalidad diferenciada e inequívocamente riojana, efectuándose individualmente, sin comentarios previos, para evitar influencias mutuas entre los catadores. El panel de Cata lo constituyen unos 140 expertos que actúan bajo la supervisión de un técnico del Consejo Regulador y están integrados por cinco catadores: procedentes de tres sectores, el viticultor-elaborador, el bodeguero y los técnicos independientes, quienes con absoluta independencia y criterios estrictamente profesionales evalúan el vino catado y su aptitud para que le sea reconocido o no el derecho a la Denominación de Origen Calificada Rioja.

Control en la bodega.

Las bodegas que elaboran y comercializan vinos de Rioja deben figurar en los registros del Consejo Regulador.
Deben además cumplir una serie de requisitos, como estar ubicadas dentro del territorio de la Denominación de Origen y separada por vía pública de cualquier otro local destinado a vinos no amparados, ya que se exige dedicación exclusiva a los vinos de Rioja. Las instalaciones deben igualmente reunir características idóneas para la elaboración, crianza y embotellado. Las bodegas están clasificadas en cuatro tipos diferentes: Cosecheros, cooperativas, almacenistas y criadores. Para ser bodega criadora es preciso disponer de un mínimo de 50 barricas de roble de 225 litros y de 22.500 litros de vino en existencias. El control del tiempo de envejecimiento, que dará derecho a utilizar uno u otro tipo de contraetiqueta, se efectúa mediante fichas en que figuran todos los movimientos que va efectuando el vino de cada cosecha dentro de la bodega hasta su salida al mercado (depósito, barrica, botella, etiquetado…), fichas que cada bodega entrega mensualmente al Consejo Regulador para su procesamiento informático. El órgano de Control del Consejo realiza inspecciones periódicas para aforar existencias por tipos de vino, número de barricas y botellas, contraetiquetas, etc., y contrastar así la veracidad de las declaraciones efectuadas por las bodegas. También se controlan los movimientos de vinos entre diferentes bodegas (ventas de cosecheros y cooperativas a criadores principalmente), que requieren las correspondientes autorizaciones, y se toman muestras de producto terminado para su examen analítico y de cata, tanto en las propias bodegas como en los puntos de venta del mercado nacional y exterior. Todas las etiquetas utilizadas por las bodegas en la comercialización de sus vinos han de ser previamente comunicadas al Consejo, quien también expide los certificados de origen para la exportación a terceros países, aunque este requisito no sea obligatorio ya que cada botella porta una garantía individual.

Garantía y control de mercado.

El Consejo Regulador de la DOCa Rioja tiene implantado un sistema de seguridad, pionero en el mundo del vino, con el objetivo de garantizar la autenticidad de las contraetiquetas y precintas de los vinos de Rioja. Se trata de un dispositivo ópticamente variable (“Rioja Trustseal”) que incorpora en una pequeña banda (7×22 mm.) de aspecto metalizado elementos del logotipo y la palabra Rioja. Gracias al brillo y nitidez extremos y a los efectos ópticos, el consumidor puede identificar, incluso en condiciones de poca luz, este diseño exclusivo para Rioja, comprobando por sí mismo la autenticidad del documento. Un sistema ya probado en los principales billetes europeos de curso legal y concebido por la empresa líder mundial en elementos de seguridad, que hace inimitables a las contraetiquetas y precintas de Rioja. Pionera en la implantación del primer sello de garantía de origen en 1926 y de las primeras contraetiquetas de crianza en 1974, esta “garantía de autenticidad” que Rioja ofrece a sus consumidores desde el 2000 en todo el mundo se suma a las ya tradicionales de calidad, origen, añada y categoría de envejecimiento reflejadas en cada contraetiqueta.

Control de mercado.

Rioja es, probablemente, una de las Denominaciones de Origen del mundo que mayores garantías ofrece hoy al consumidor respecto al origen, añada, categoría y calidad de cada botella que lleve uno de los cuatro tipos de contraetiquetas o precintas otorgadas por el Consejo Regulador (genérica, crianza, reserva y gran reserva). Para alcanzar este objetivo de máximo aseguramiento, y como corresponde a su condición de DO Calificada española, no solo se aplica una rigurosa normativa de control sobre la producción vitícola y la elaboración del vino, sino que incluso se amplía tal control a la fase de comercialización. En general, los sistemas de control establecidos en las Denominaciones de Origen afectan a viticultores y bodegas ubicados en la zona protegida, sin que existan controles regulares en el mercado frente a posibles actuaciones ilícitas de agentes externos. Una de las medidas de control exclusivas de Rioja, que complementa su estricto control general, consiste precisamente en la toma de muestras de vinos de Rioja en punto de venta, tanto en el mercado español como en el exterior. Las muestras son sometidas al examen del Órgano de Control del Consejo, tanto desde el punto de vista de las características del producto, como de su etiquetado y de la autenticidad de los documentos de garantía que ostenten. Actualmente, las tecnologías de última generación permiten al Consejo Regulador controlar la autenticidad de las “contraetiquetas de garantía” mediante la incorporación a las mismas de elementos de seguridad como el denominado “Rioja trustseal”, lo que facilita la prevención y detección de cualquier tipo de utilización ilegal de la marca Rioja, haciendo muy improbables tales prácticas. Con el seguimiento sistemático del vino en sus mercados finales, único en nuestro país, la DOCa Rioja sigue en el lugar pionero que tradicionalmente ha mantenido en cuanto a ofrecer a los consumidores el más completo sistema de aseguramiento de la calidad, origen y envejecimiento de sus vinos protegidos.

Vino rosso D.O.Ca. Rioja

Selezione del prodotto Vino rosso D.O.Ca. Rioja.
Jesús Madrazo Num. IV 75 cl.


Varietà:
Tempranillo, Merlot, Grenache e Graciano.

Jesús Madrazo Num. IV 75 cl.


Varietà Tempranillo.

Vedi l'elenco di Vino rosso Tempranillo.

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Origen.

Hasta hace no demasiado tiempo, se tenía la sospecha de que la tempranillo y la pinot noir estaban emparentadas, pero recientes investigaciones ampelográficas descartan casi al cien por ciento esa posibilidad. La vitis vinífera es, en España, el antecesor común a la mayoría de las vides cultivadas actualmente y fue introducido en la zona sur de la Península Ibérica por los fenicios. Posteriormente se extendió por toda España, aunque sólo existen algunas referencias al nombre tempranilla. En el siglo XII, en el Libro de Alexandre, se mencionan las uvas por el nombre “tempraniella” refiriéndose a zonas que hoy se encontrarían en la Ribera del Duero. Hasta el siglo XVII, esta variedad se cultivaba exclusivamente en la España continental, donde las condiciones climáticas del tercio norte de la península eran las más apropiadas para su desarrollo. En el siglo XVII los colonizadores españoles llevaron a América semillas de tempranillo, manteniéndose prácticamente inalterada genéticamente hasta la actualidad. La uva tempranillo está actualmente disfrutando de un “renacimiento” en la producción vinícola mundial, sobre todo como resultado de los esfuerzos de una "nueva ola" de cultivadores españoles, que mostraron que era posible producir vinos de gran carácter y calidad en zonas fuera de la región riojana.

Características.

La uva tempranillo es una variedad de ciclo corto con brotación en época media y maduración temprana, de buena fertilidad y alta producción que suele ser regular. Las cepas de esta variedad son vigorosas y de porte muy erguido. Producen racimos grandes, con hombros marcados, compactos, uniformes en el tamaño y en el color de las bayas, su pedúnculo es de tamaño medio y poco lignificado, excepto en la base. Las uvas tienen un tamaño entre mediano y grande, con epidermis muy oscura y tonalidades azuladas, esféricas y muy implantadas en su pedicelo lo que las hace de difícil desprendimiento. El hollejo es grueso y su pulpa, sin apenas pigmentación, es blanda, carnosa y muy jugosa. Esta variedad de uva también recibe el nombre de Cencibel, Temprana, Tinto fino, Tinta fina, Tinta de Toro, Tinta del Pais, Ull de llebre, Tinto Roriz Primerenc, Aranda, Argand, Chinchillana, Marinera, Santa Ana, Santiaguera, Ullada. Debido a su gran sensibilidad a las plagas y enfermedades, particularmente la filoxera que devastó las vides en el siglo XIX, y aún amenaza actualmente los viñedos, la tempranillo española ha sido a menudo injertada en portainjertos más resistentes, de lo que resulta un estilo de uva ligeramente diferente a aquellos hoy cultivados en Chile y Argentina. La uva tempranillo es muy regular en el cuajado, muy sensible a plagas y enfermedades, poco resistente a la sequía extrema y a las temperaturas altas. Variedad muy sensible a las enfermedades de la madera especialmente eutipiosis y complejo de la yesca. También es muy sensible al oídio, polilla del racimo, a los cicadélidos y a los ácaros, así como a las roturas por viento intenso si no están los sarmientos bien entutorados. Tiene una resistencia media al mildiu y al black rot. Soporta bastante bien los fríos de primavera ya que en este caso la brotación se retrasa. Poco sensible a la excoriosis. Tolera bien la sequía salvo si ésta es muy extrema. Responde bien a los aportes hídricos.

Zonas de cultivo.

A pesar de su aparente fragilidad, la tempranillo viajó ampliamente durante el último siglo, después de mucho ensayo y error, se ha establecido en un sorprendente número de países por todo el mundo. En España se encuentran viñedos de esta variedad en casi la totalidad del país, estando autorizada en 38 Denominaciones de Origen y considerada como variedad preferente en 14 de ellas. Se está adaptando muy bien en la viticultura de sudamérica. Durante la última década, han plantado tempranillo cultivadores de lugares tan lejanos como Australia, los Estados Unidos y Sudáfrica.

Vinos.

Los vinos de tempranillo suelen elaborarse en coupage, pero siendo muy mayoritariamente tempranillo, normalmente más del 90% de la mezcla. Se suelen aportar proporciones de otras variedades como garnacha, mazuela, graciano, merlot y cabernet Sauvignon, para aportarle azúcar y acidez. Los vinos de tempranillo tienen un carácter muy singular, con mucho cuerpo, acidez suave y taninos secos. Es una variedad que integra a la perfección con el roble, danto resultados espectaculares con su crianza en barricas de roble, tanto francés como americano, que aportan notas de vainilla y coco, frutas y sabores especiados.

Vino rosso Tempranillo

Selezione del prodotto Vino rosso Tempranillo.
Jesús Madrazo Num. IV 75 cl.


Varietà Merlot.

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Español [ ES ]

Origen.

La uva merlot, es una variedad de uva tinta de origen bordelés (Burdeos), al sudoeste de Francia que pertenece a la misma familia de los cabernet. Sus primeras plantaciones datan del siglo XIX. Es una cepa típica del Médoc Francés que, tras la Cabernet Sauvignon, es la segunda uva más plantada en el mundo, como consecuencia de que se aclimatan perfectamente a la mayoría de climas, tanto templados como cálidos. El 14% de las uvas plantadas en Francia son de esta variedad, mientras en Italia alcanza un 3%. La palabra merlot proviene de merle noir (palabra francesa), cuyo significado es mirlo. Su color es azul negruzco similar a la uva merlot.

Características.

La cepa de uva merlot bastante vigorosa, porte semierguido, buena fertilidad pero con poca producción, no se desarrollan muchos racimos por planta. Estos racimos son de tamaño medio a pequeño, con forma cónica alargada y no demasiado compacto. Las uvas merlot son pequeñas, muy uniforme a lo largo del racimo, esféricas, con un hollejo grueso, de color azul muy oscuro. Su pulpa es muy jugosa, consistente, sabrosa, dulce y despigmentada. El desborre es precoz y la maduración entre temprana y media, unos días después que el tempranillo. Si se vendimia antes se logran vinos más ácidos con lo que se aumenta su potencial para elaborar vinos de guarda. Si se retrasa su vendimia se obtienen vinos jugosos y frutales. Se adapta bien a suelos arcillosos y y ricos en calcio. La uva merlot también recibe el nombre de Alicante, Bigney Rouge, Crabutet noir, Merlau Rouge, Merlaut Noir, Merlo, Merlo Noir, Merlot Rouge, Planta de Médoc, Sème du flube, Sémilhon rouge, además de Vitraille. Variedad poco sensible a las enfermedades de la madera y a la desecación del raquis, aunque si es sensible al Mildiu y a la botritis en la maduración. Sensible al Black roth, y también a Cicadelidos y los Ácaros. Las heladas primaverales le afectan, aunque no excesivamente, pero su madera es muy sensible a los inviernos demasiado fríos. Se adapta muy bien a los distintos tipos de suelo. La cosecha con sequía es muy escasa, pero se suple bien con el riego por goteo. Sensible al corrimiento del racimo como consecuencia de la climatología lo que se puede corregir aportando boro. Requiere climas frescos, ya que en climas calurosos pierde pronto su acidez y su equilibrio tánico. Es fundamental realizar un adecuado abonado potásico., Se aconseja la conducción en espaldera, para el apoyo de su vegetación funcionando muy bien con poda de Guyot de siete u ocho yemas.

Zonas de cultivo.

La mayor presencia de la uva merlot se da en Italia y también Francia, en la región del Médoc. En España podemos encontrarla en Navarra y también en Cataluña, La Mancha, Huesca y se está empezando a plantar en Andalucia. También se localizan viñedos de merlot en la península balcánica, en Bulgaria, Croacia, Eslovenia, Montenegro, además de Rumania. Fuera de Europa existen plantaciones de esta variedad en California y región nordeste de Estados Unidos, Argentina, Nueva Zelanda, Sudáfrica, Chile y Australia.

Vinos.

Produce vinos redondos con cuerpo y estructurados. Vinos intensos de buena graduación alcohólica, que agradecen la crianza en madera. Son vinos con pocos taninos y acidez ligera, por lo tanto, se pueden mezclar con vinos más tánicos para aportarles así equilibrio. Es un vino más suave y también más redondo que el Cabernet Sauvignon. Aromas complejos, además de elegantes. Aromas a frutas rojas como cereza, ciruela. Especias, tabaco y también trufa. Los vinos más jóvenes poseen un aroma a frutas rojas, como la confitura bayas, cassis y notas vegetales. En los crianza encontramos toques de vainillas, frutas rojas y maduras como ciruela, tabaco, humo, cedro y también tostados, torrefacto como el café. Es de menor carácter tánico y además posee menos acidez que la cabernet Sauvignon, por lo que se suele mezclar con ésta, así como con la cabernet franc, resultando vinos más ligeros y frutales. También se usa para crear vinos merlot monovarietales.

Vino rosso Merlot

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Varietà Grenache.

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Español [ ES ]

Origen.

El origen de la uva garnacha está localizado, según se ha comprobado ampelográficamente, en la región de Aragón, en el noreste de España. Desde allí fueron llevados a otros territorios de la Corona de Aragón, como Cerdeña o el Rosellón, en el sur de Francia. Uno de los primeros nombres que recibió fue "tinto aragonés”. En Cerdeña se conoce como cannonau, donde se afirma que se originó allí y que se extendió a otras tierras del Mediterráneo que estaban bajo el gobierno de Aragón. La garnacha ya estaba bien difundida a ambos lados del Pirineo cuando la región de Rosellón fue anexionada por Francia. A partir de ahí la vid se abrió camino a través de Languedoc y al sur de la región del Ródano, donde quedó bien asentada en el siglo XIX. A pesar de su preponderancia en las cercanas regiones de Navarra y Cataluña, la garnacha no fue plantada ampliamente en La Rioja hasta principios del siglo XX, cuando se replantaron los viñedos después de la epidemia de filoxera. Australia comenzó a plantar cepas de garnacha en el siglo XVIII, convirtiéndose en la variedad de uva de vino tinto más plantada del país hasta que fue superada por la syrah a mediados de los años sesenta. En el siglo XIX, los viticultores de California apreciaron la capacidad de la vid para producir altos rendimientos y soportar el calor y la sequía.

Características.

La variedad garnacha crece en cepas muy vigorosas de porte erguido, con elevada fertilidad y muy productivas. Los racimos son entre medianos y grandes, muy compactos y de bayas bastante uniformes, con pedúnculo corto. Las bayas son medianas de tamaño, esféricas, con epidermis de color rojo violeta oscuro, de difícil desprendimiento de su pedicelo. Su hollejo es fino, muy sensible a roces y con mucha pruina. La consistencia de su pulpa es blanda, muy jugosa, sin pigmentación. La garnacha tinta es una variedad muy sensible al mildiu tanto en hojas como en racimos, al black rot, a la excoriosis y a la yesca. Resiste muy bien al oídio, pero no al oídio tardío. Es muy sensible a distintos tipos de corrimientos ya sean fisiológicos, por frio, o inducidos por determinados patrones como Rupestris de Lot. Se ve bastante afectada por la polilla del racimo y los cicadélidos. Sensible a la necrosis bacteriana y a los virus del amarillo y bandeado de nervios, así como al desecado del raquis y por ello con altos requerimiento en magnesio. Su sensibilidad a la botritis y a la podredumbre ácida es media. No tolera bien los suelos muy húmedos o encharcados. Las cepas de garnacha son algo sensibles al corrimiento y poco a la eutipiosis y a los ácaros. Son cepas que resisten muy bien el viento y la sequía, adaptándose a cualquier tipo de suelo. Sus podas han de ser cortas, dando buenas producciones y de calidad al disponerse en espalderas, pero producciones excesivas reducen el color y minimiza su contenido en azúcar y pierde aroma. También es exigente en fósforo y boro. Poco exigente en nitrógeno.

Zonas de cultivo.

La garnacha está muy presente en todo el mundo, destacando Francia y España, aunque desde finales del siglo XX la superficie plantada ha ido decreciendo debido a que se han puesto de moda otras viñas como tempranillo, cabernet Sauvignon y merlot. En España es común en Borja y Cariñena, ambas en Aragón. Se usa en las zonas de Denominación de Origen Calificada de la Rioja y Priorato, además de en las áreas montañosas al suroeste de Madrid, al norte de la provincia de Toledo (D.O. Méntrida) y en Cebreros (Ávila). Otras regiones vitícolas con considerables plantaciones de garnacha incluyen Costers del Segre, L'Empordá-Costa Brava, La Mancha, Madrid, Penedés, Somontano, Tarragona, Terra Alta. Es una variedad recomendada en las comunidades autónomas de Aragón, Castilla-La Mancha, Castilla y León, Cataluña, Extremadura, Madrid, País Vasco y Comunidad Valenciana y otras con menor presencia. Es la uva protagonista de una gran mayoría de los vinos rosados de la D.O. Navarra. También se elaboran vinos de esta variedad, ya sea monovarietal o coupage, en Francia, Italia, Australia y EE.UU y en menor medida, en Mexico, chile, Uruguay, Argentina y Sudáfrica.

Vinos.

La garnacha es una uva que se utiliza, en muchas zonas, para mejorar el color y la graduación alcohólica de vinos de otras variedades. Los Los vinos jóvenes de garnacha tienen aromas de pimienta recién molida pero manteniendo aromas de frambuesa y moras. Al envejecer, con poca crianza en barricas de roble, los vinos mantienen su color potente, adquieren aromas a fruta madura, manzana y toques minerales, sobre todo los procedentes del Priorato. Son vinos de grado alcohólico elevado, afrutados, redondos y amables, con gran intensidad aromática (frutas negras muy maduras, ciruelas secas) y con buena capacidad de crianza.

Vino rosso Grenache

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Jesús Madrazo Num. IV 75 cl.


Varietà Graciano.

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Español [ ES ]

Origen.

Según se cree, el origen de esta variedad se sitúa en La Rioja y probablemente también Navarra. En la actualidad se extiende por otras zonas de España. La uva graciano está recomendada en las comunidades autónomas de Navarra, País Vasco y La Rioja, mientras que su autorización se extiende también hasta Andalucía, Cantabria, Castilla-La Mancha, Castilla y León, Extremadura y Comunidad Valenciana. Desde su origen hasta ahora, siempre se han producido bajas cosechas, pero esta uva es clave en los coupages de los vinos de Rioja y Navarra, con un papel secundario pero fundamental al aportar, además de estructura y color, una característica acidez necesaria para el envejecimiento de los vinos consiguiendo grandes reservas de calidad excepcional.

Características.

La uva graciano es una variedad de cultivo complicado, vigorosa, de porte erecto, baja fertilidad y escaso rendimiento. Es una uva que tiene un desborre de medio a tardío, por lo que no es muy dada a las heladas primaverales, y con una maduración tardía. La graciano es una variedad que prefiere suelos arcillosos, calcáreos y también de relativa frescura. Resistente a las sequías y a enfermedades como al mildiu y también bastante resistente al oídio. Los racimos de la variedad graciano son grandes y compactos con hombros cilíndricos cortos. Sus uvas son pequeñas, esféricas, de piel gruesa de un color azul intenso casi negro. su pulpa es consistente y sin pigmentación. Es una uva de poco rendimiento, por lo que no es muy abundante, cultivándose en el mismo viñedo con otras variedades. Prospera en climas áridos y cálidos. La vid produce una baja cantidad de bayas, delicadamente aromatizadas, que suelen ser vendimiadas a finales de octubre. La uva graciano es conocida también como bastardo nero, bordelais, cagnolale, cagnovali negro, cagnulari, cagnulari bastardo, cagnulari sardo, caldaredou caldarello, cargo muol, couthurier, graciana, graciano tinto, gros negrette, minustello, morrastel, morrastrel, tinta do padre Antonio, tinta miuda, tintilla, Xerez, además de zinzillosa.

Zonas de cultivo.

Es una uva eminentemente española y en particular de la Denominación de Origen Calificada Rioja, donde están plantadas aproximadamente 400 hectáreas de esta variedad. Según la Orden APA/1819/2007, la uva graciano es una variedad vinífera recomendada en las comunidades autónomas de Navarra, País Vasco y La Rioja, mientras que está autorizada en Andalucía, Cantabria, Castilla-La Mancha, Castilla y León, Extremadura y Comunidad Valenciana. Con el nombre de morastel o courouillade es cultivada en el Languedoc-Rosellón (Francia), pudiendose encontrar también viñedos con graciano en Australia y California.

Vinos.

El vino elaborado con esta variedad de uva se caracteriza por su intenso color rojo, una importante acidez y un fuerte aroma. Tiene una gran capacidad de envejecer correctamente, aumentando su calidad durante la crianza, lo que ha hecho que sea muy apto para elaborar vinos gran reserva, tanto en La Rioja, como en Navarra. Sus aromas, peculiares y agradables, aportan finura a los coupages en los que se utilizan mostos de graciano. Son vinos aromáticos en los que podemos apreciar frutas rojas y también negras, toques torrefactos, regaliz y flores. Al evolucionar aparecen aromas balsámicos, cueros. En boca se aprecian muy bien sus taninos y el regaliz. Debido a la gran cantidad de sustancias pécticas que poseen, dificulta su clarificación. Por su contenidos polifenólicos y también por su acidez, la variedad graciano es ideal para envejecer en barrica, siendo ideal para la elaboración de vinos de crianza, reserva y también gran reserva, obteniéndose excelentes vinos de guarda.

Vino rosso Graciano

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Esencias «s» Premium Edition 6 Meses Crianza Esencias «s» Premium Edition 6 Meses Crianza Esencias «s» Premium Edition 6 Meses Crianza

Scheda dati.
Jesús Madrazo Num. IV 75 cl.

Vino rosso. Jesús Madrazo. Num. IV. D.O.Ca. Rioja. Spagna. Tempranillo, Merlot, Grenache, Graciano. Bottiglia. 75 cl..


Varietà Vino rossoTempranillo, Merlot, Grenache, Graciano.
Paese d'origine SpagnaSpagna.
Denominazione di origine SpagnaD.O.Ca. Rioja.
Vendemmia / Raccolta
Attualmente commercializzato dal produttore.
Formato Bottiglia.
Capacità 75 cl.
Contenuto di alcol 14.5% Vol.
Nota visiva Rosso ciliegia, Toni blu e viola, Finiture viola.
Nota olfattiva Pepe nero, Liquore Cassis, Vivo, Buon profumo.
Nota di degustazione Finale fresco, Buona freschezza, Sentori di pelle.
Abbinamento raccomandato Pesce grasso, Pasta al formaggio, Marmitako Bonito, Piatti cucinati con erbe aromatiche.
Temperatura di consumo 13ºC - 16ºC.
Tipologia Vino rosso.
D.O.Ca. Rioja.
Produttore Jesús Madrazo.
Nome Num. IV.
Peso 1.500 gr. (1,5 Kg.).
EAN 0718603729074
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Paese d'origine Spagna. Questo prodotto è spedito da Spagna.
Certificazione (UE)401/2010 Denominación de Origen Calificada (D.O.Ca.)
D.O.Ca. Rioja.
Regione di produzione La regione di produzione di D.O.Ca. Rioja si trova in Las regiones de las comunidades autónomas de La Rioja y el País Vasco mayoritariamente, y en menor medida de Navarra y Castilla y León​. Por la diversidad orográfica y climática se distinguen tres subzonas de producción: Rioja Alta (76 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 1, Miranda de Ebro, en la provincia de Burgos, Castilla y León), Rioja Baja (42 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 8 en Navarra) y Rioja Alavesa (15 términos municipales en la provincia de Álava, País Vasco).
Posizione di conservazione Posizione laterale, bottiglia orizzontale.
Temperatura di conservazione Conservare a una temperatura costante da 10-17 ° C.
Umidità deve essere costante intorno al 60-80%.
Raccomandazioni Tenere preferibilmente lontano dalla luce.
Accessori Questo prodotto è fornito nelle condizioni e nel formato in cui è commercializzato al momento attuale. Nei casi in cui il prodotto includa un imballaggio, una scatola e/o una custodia aggiuntivi, Questi accessori saranno inclusi nella spedizione purché siano conformi alle dimensioni dell'imballaggio speciale adattato e approvato per il trasporto di bevande.
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