Barón de Ley 3 Viñas Riserva 75 cl.

SpagnaD.O.Ca. Rioja, La Rioja, Spagna.
Vino biancoViura, Malvasía e Grenache Bianca.
Vino biancoVino bianco Bottiglia, 75 cl.

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Produttore Barón de Ley.
Nome 3 Viñas.
Varietà Vino biancoViura, Malvasía, Grenache Bianca.
Paese d'origine SpagnaSpagna.
Regione di origine SpagnaLa Rioja.
Denominazione di origine SpagnaD.O.Ca. Rioja.
Certificazione (UE)401/2010 Denominación de Origen Calificada (D.O.Ca.)
D.O.Ca. Rioja.
Regione di produzione La regione di produzione di D.O.Ca. Rioja si trova in Las regiones de las comunidades autónomas de La Rioja y el País Vasco mayoritariamente, y en menor medida de Navarra y Castilla y León​. Por la diversidad orográfica y climática se distinguen tres subzonas de producción: Rioja Alta (76 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 1, Miranda de Ebro, en la provincia de Burgos, Castilla y León), Rioja Baja (42 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 8 en Navarra) y Rioja Alavesa (15 términos municipales en la provincia de Álava, País Vasco).
Peso 1.500 gr. (1,5 Kg.).
EAN 8420347292937
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Tipologia Vino bianco.
D.O.Ca. Rioja.
Varietà Vino biancoViura, Malvasía, Grenache Bianca.
Vendemmia / Raccolta
Attualmente commercializzato dal produttore.
Invecchiamento Riserva
Formato Bottiglia.
Capacità 75 cl.
Contenuto di alcol 13.5% Vol.
Peso 1.500 gr. (1,5 Kg.).
Periodo di invecchiamento 12 Mesi.
Botti di invecchiamento Roble americano.
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Riferimento del prodotto WAN4551054
EAN 8420347292937
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Scadenza di spedizione Spedizione Spagna Spagna: Spedizione Gratuita.
Tempo di consegna: Informazioni e prezzi.
Posizione di conservazione Posizione laterale, bottiglia orizzontale.
Temperatura di conservazione Conservare a una temperatura costante da 10-17 ° C.
Umidità deve essere costante intorno al 60-80%.
Raccomandazioni Tenere preferibilmente lontano dalla luce.
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Español [ ES ]
El Barón de Ley 3 Viñas Blanco Reserva es un blanco como los de antes. Elaborado a partir de las uvas Viura, Malvasía y Garnacha Blanca de viñedos situados en el Valle del Najerilla cuya vinificación de desarrolla por separado. El coupage final envejeció en roble americano durante 12 meses y descansó en botella durante al menos 1 año más.
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Commenti 19 Recensioni degli utenti.
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Nota visiva Scintillante, Intenso, giallo dorato.
Nota olfattiva Intenso, Erbe aromatiche, Noccioline, Aromi fruttati, Miele, Note dolci, mandorle, Vaniglie.
Nota di degustazione Fresco, Cremoso, Busta, Note saline, Complesso, Note minerali, Note speziate, Gustoso, Espressivo, In profondità, Armonioso, Vivo, Note floreali, Acidità ben integrata, Note affumicate, Mellow, Note di cereali, Buccia d'arancia.
Abbinamento raccomandato Carni bianche, Risotto ai funghi, Polpettone con seppie.
Temperatura di consumo 10ºC - 12ºC.
Consumo Si raccomanda di bere con moderazione e di avere un consumo responsabile di bevande alcoliche.
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Vino rosso. Edizione Premium MBS Reserva. Etichetta personalizzabile.

19 Recensioni dei clienti e degli utenti. ( Durante ultimi 90 giorni )

Valutazione 
19 Nov 2024

Positivo

Muy buena relación calidad-precio. Es fácil de beber y cualquier persona con quien lo haya compartido estará de acuerdo. Definitivamente lo compraré de nuevo. Increíble servicio.

Valutazione 
16 Nov 2024

Quizás sea el mejor Blanco que he probado. Riquísimo y muy recomendable año tras año

Valutazione 
30 Ott 2024

Lo conocí hace años cuando salió al mercado. Desde entonces solo puedo decir que está muy bueno, buenísimo

Valutazione 
27 Ott 2024

vino blanco rico y sabroso. Sabroso. Precio razonable

Valutazione 
25 Ott 2024

Simplemente bueno y delicioso

Valutazione 
12 Ott 2024

Soy un gran admirador de este producto

Valutazione 
11 Ott 2024

Hermoso regalo de cumpleaños

Valutazione 
08 Ott 2024

Buena esencia

Valutazione 
08 Ott 2024

Si quieres sorprender realmente a tus amigos, envíales cualquiera de los estupendos regalos que hay en venta en esta increíble plataforma

Valutazione 
07 Ott 2024

Es muy potente, lo probé por primera vez hace un año y me encanto su potencia

Valutazione 
15 Set 2024

Muchas y buenas cualidades. Lo recomiendo

Valutazione 
14 Set 2024

Muy vistoso y a la vez apetecible Blanco

Valutazione 
06 Set 2024

Delicioso para mí, irresistible para mi novio

Valutazione 
06 Set 2024

Después de un día duro, abre una botellita y tómate un buen Blanco, y si es este, será un acierto

Valutazione 
29 Ago 2024

No se si será el mejor, pero para mí, uno de los que más me gusta

Valutazione 
26 Ago 2024

El más vistoso que he encontrado después de un mes de búsquedas. No hay nada parecido

Valutazione 
26 Ago 2024

Nos encanta disfrutar hasta altas horas de la madrugá, muchas veces con este pedazo de vino blanco

Valutazione 
25 Ago 2024

Uno de los mejores

Suave y delicioso. Comienza bien y termina bien. Hay una riqueza que puedo ver, que a menudo solo se ve en productos mucho más costosos que este.

Valutazione 
24 Ago 2024

¡Fantástico!. Mucho empaque

Selezione del prodotto by Barón de Ley.

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Barón de Ley by Vinoteca.online

Barón de Ley: Contrassegno.


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Español [ ES ]

Filosofía para estar entre los grandes.

Barón de Ley es una de las bodegas con más prestigio de Rioja Baja y la primera firma que fundó el grupo bodeguero que lleva su nombre. Ubicada en Mendavia (localidad perteneciente a Navarra), lleva más de 25 años elaborando vino de la más alta calidad en su finca Imas, una hermosa extensión de terreno que acoge tanto las instalaciones de la bodega como el Monasterio Benedictino del siglo XVI que hoy sirve de sede social al Grupo. Los vinos de Barón de Ley destacan principalmente por su extraordinaria relación calidad-precio, una filosofía que sus responsables han mantenido a lo largo de toda su historia y que les ha permitido mantenerse durante los últimos en lo más alto. Barón de Ley Reserva, Gran Reserva y Finca Monasterio, su vino más exclusivo, son sus tres grandes referencias, un elenco de lujo al alcance de muy pocas bodegas.

El Monasterio de 1548 a 1836.

El edificio fue inicialmente construido por el conde de Eguía como un castillo-fortaleza en 1548. En aquellos tiempos, el conde de Eguía poseía una finca de 1.000 hectáreas en la ribera del Ebro, enclavada de lleno en lo que hasta 36 años antes había sido frontera entre los reinos de Castilla y Navarra. Dado lo reciente de la anexión del Reino de Navarra por parte de la corona de Castilla y Aragón, seguía existiendo notable hostilidad entre los nobles navarros y castellanos, y Eguía era frecuentemente hostigado por fuerzas militares que cruzaban el río Ebro por el vado de Alcanadre. Al cabo de los años siguientes, estas intrigas se fueron calmando, al tiempo que la situación interna en Navarra se enrarecía progresivamente. La fortaleza de Imas va, pues, perdiendo parte de su importancia y Eguía se interesa por el Castillo de Monjardín, propiedad de la orden benedictina que sobre una colina dominaba la villa de Estella, enclave estratégico en la época.En aquel momento, la orden benedictina se encuentra con una finca de Imas interesante por su gran tamaño, ubicación y proximidad al río Ebro, y con que puede prescindir de Monjardín, pues ya contaba con el Monasterio de Irache cerca del lugar. Por lo tanto, en virtud de una permuta, la fortaleza y finca de Imas se convierten en propiedad benedictina. Imas no fue en tiempos benedictinos un monasterio particularmente intelectual o religioso, sino más bien un activo logístico. La orden benedictina poseía en aquel entonces un 80 % del ganado lanar de Navarra, que mayormente permanecía en los montes de Urbasa e Idiazábal y a partir de entonces se estableció en Imas, con un clima más favorable y agua en abundancia. Es por este motivo que aún hoy los caminos de entrada a Barón de Ley están atravesados por Cañadas Reales, los antiguos pasos para el ganado.En aquellos tiempos los monjes benedictinos eran también grandes especialistas en la elaboración de vinos y licores. Así las uvas procedentes de los viñedos que plantaran en Imas, eran encubadas en lagos en el patio del Monasterio, de manera que tras su pisado el mosto era llevado al interior de la bodega subterránea, donde fermentaba en tinas de roble.

El Monasterio de 1836 a 1985.

Sin embargo, los tiempos benedictinos de la fortaleza de Eguía encontrarían su fin en el año 1836, año en el cual toda la finca de Imas es expropiada, al igual que gran parte de los bienes de la iglesia en España, en virtud de la desamortización de Mendizábal. Pocos años después, en 1839, se produciría la toma de posesión de la finca Imas por parte del general Martín Zurbano en virtud de sus méritos de guerra. Natural de Varea, Zurbano inició su carrera militar alistándose en 1808 para servir en la guerra de la Independencia contra Napoleón y consagrándose en la primera guerra carlista, tras la cual fue ascendido a general por el gobierno de la Reina Isabel. En los años siguientes, Zurbano ascendería a Comandante General del ejército español y a Gobernador Militar de Gerona en 1843. Sin embargo, comenzaron tiempos difíciles para los liberales, en parte como consecuencia de la desamortización de Mendizábal en una España muy clerical, y Espartero fue desterrado. En 1844, con Narváez en el poder fue decretada prisión para Zurbano, quien a partir de ese momento se daría la fuga con sus hijos hasta ser capturado, juzgado y fusilado en 1845. En 1844 se produciría un giro en la historia de la finca de Imas, cuando Zurbano jugó y perdió toda la finca en una histórica partida de cartas contra un conde francés liberal que había venido a persuadirle de que huyese a Francia. No teniendo excesivo interés en mantener una finca de estas proporciones en España, el Conde optaría por valorar la finca al objeto de saldar la deuda con Zurbano y finalmente fue D. Cayo Muro, administrador de Zurbano, quien redimió la deuda y adquirió la propiedad. El Coronel Muro, también riojano, se casó en Mendavia con Dña. Carmen Elvira, que se convertiría en administradora de la finca por las prolongadas ausencias de Muro.Cayo Muro moriría en 1852, y Carmen Elvira, que contrajo segundas nupcias, vendió finalmente en 1880 toda la finca al matrimonio formado por D. Donato Jiménez y Dña. Agueda de Mauleón. Es precisamente la familia Jiménez, que permaneció en la finca durante tres generaciones, quien dio esplendor a la finca al administrarla por primera vez como una completa explotación agraria y ganadera. D. Angel Jiménez de Mauleón se casó con Dña. Rosario de Palacios López-Montenegro, quien ya viuda y sin descendencia por el fallecimiento de sus dos hijos legaría la propiedad a su sobrino José María Sanz-Pastor en 1957.Es de destacar la gran afición cinegética de la familia Sanz-Pastor, cazadores que viajaron por todo el mundo y dejaron en el Monasterio, una vez éste fue adquirido en los años ochenta por los fundadores de Barón de Ley, los más de 200 trofeos de caza que decoran sus paredes.

El Monasterio en la actualidad.

En la actualidad el Monasterio de Imas se ha convertido no sólo en la sede social de Barón de Ley, sino que también acoge a algunos de sus mejores caldos. La restauración del edificio histórico, acometida en los años 95 y 96, recrea con sus muebles de época los años dorados de la casa a finales del Siglo XIX, cuando la familia Jimenez era propietaria de la casa y administraba la finca agrícola. En el mismo se pueden admirar dos zonas claramente diferenciadas; por un lado los aposentos de la familia y por otro las habitaciones que ocupaban de los trabajadores de la finca, en lo que anteriormente fueron las celdas de los monjes. Por último, la “bodega del monasterio” es el colofón de la visita al edificio, ocupando las antiguas caballerizas del cenobio; una espectacular fusión entre la antigua tradición benedictina y los grandes vinos de hoy. Hasta seis “foudres” de roble francés de única factura y un bellísimo y enrejado botellero en rima dominan la estancia, en la que duermen algunos de los más grandes vinos de Barón de Ley.

La vendimnia.

En Barón de Ley, la vendimia se realiza manualmente no sólo con el fin de mimar al máximo cada racimo de uva sino también poner en valor nuestro mayor activo: el viñedo. Como es lógico, el hecho de contar con la uva “a pie de bodega” contribuye muy especialmente a la calidad de los vinos, al reducir al máximo los tiempos de entrada de la uva a la bodega durante la vendimia, evitándose así fermentaciones indeseadas durante el transporte. Esta gran ventaja nos ha permitido además, la puesta en marcha a través de los años de una ambiciosa política de selección manual de uva. Desde hace más de una década, la producción de uvas de nuestras mejores fincas es vendimiada en cajones con capacidad de 300 kilos y transportada a nuestras dos mesas de selección en bodega. Allí, todos y cada uno de los racimos son inspeccionados visualmente, descartándose aquellos que no se hallan en perfectas condiciones y dando como resultado una “selección de la selección de nuestras mejores fincas”… uvas de la más extraordinaria calidad. Actualmente en Barón de Ley seleccionamos manualmente más de 850.000 kilos de uva en cada vendimia, en una apuesta sin precedentes en nuestro país, descartando porcentajes de uva que por lo general fluctúan entre el 10 % y 20 % en función de la añada y procedencia.

Elaboración y crianza.

Pocos minutos después de haber sido vendimiadas manualmente, las uvas de Barón de Ley son recibidas en nuestras bodegas de elaboración. Todas las mañanas nuestros enólogos catarán todos los tanques en fermentación para tomar la decisión oportuna para cada depósito específico, así definiendo temperaturas de fermentación, tipo de remontados, maceraciones... y completar una media de veinte elaboraciones diferentes en una vendimia. Uno de los mejores símbolos de nuestra forma de entender la calidad y la enología, abierta, atrevida y dinámica, es nuestra nave de depósitos experimentales. En estos seis depósitos de 10 a 14.000 litros, diseñados especialmente por nuestro equipo de enólogos buscando diversos efectos de elaboración, tienen lugar las elaboraciones de los vinos más especiales, viñedos más recónditos u otras pruebas realizadas en la viña para mejorar la calidad. En suma la investigación que nos permitirá no estancarnos e ir mejorando progresivamente nuestra calidad de cara al futuro. La crianza en barricas de roble bordelesas, que constituye uno de los pilares de la elaboración de vinos de calidad en Rioja, encuentra un auténtico santuario en la sala de barricas de Barón de Ley. En una nave climatizada para garantizar unas perfectas condiciones de humedad y temperatura, las 15.000 barricas nuevas de roble americano y francés impecablemente apiladas acogerán todos los vinos de Barón de Ley. Seleccionadas entre los mejores toneleros, las 12.000 barricas de roble americano y 3.000 de roble francés, se complementan y aportan sus mejores cualidades a nuestros vinos, preparándolos para llegar a su máxima expresión.

Barón de Ley 3 Viñas Riserva 75 cl.

Informazioni aggiuntive.


19,95 € Spedizione Gratuita | Vino bianco Barón de Ley 3 Viñas Riserva D.O.Ca. Rioja La Rioja Spagna Viura, Malvasía, Grenache Bianca Bottiglia 75 cl

«Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è prodotto da Barón de Ley. Nell'elaborazione di «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» i vitigni utilizzati sono Viura, Malvasía e Grenache Bianca. «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è un prodotto di Spagna. La regione di produzione di «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è La Rioja. È certificato con D.O.Ca. Rioja. La regione di produzione di D.O.Ca. Rioja si trova in Las regiones de las comunidades autónomas de La Rioja y el País Vasco mayoritariamente, y en menor medida de Navarra y Castilla y León​. Por la diversidad orográfica y climática se distinguen tres subzonas de producción: Rioja Alta (76 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 1, Miranda de Ebro, en la provincia de Burgos, Castilla y León), Rioja Baja (42 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 8 en Navarra) y Rioja Alavesa (15 términos municipales en la provincia de Álava, País Vasco). Il peso di «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è di 1.500 grammi (1,5 Kg.). «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è identificato e commercializzato con il codice a barre EAN 8420347292937.

«Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» appartiene alla categoria Vino bianco, Vino bianco Denominazione di origine D.O.Ca. Rioja. Nell'elaborazione di «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» i vitigni utilizzati sono Viura, Malvasía e Grenache Bianca. Questo prodotto non è identificato o fornito in un'annata specifica. L'immagine del prodotto così come la sua etichetta potrebbero non corrispondere all'identificazione dell'annata o ad altre caratteristiche e dettagli del prodotto in vendita. Se lo desideri, noi possiamo fornirti queste informazioni, e, ovviamente, Puoi richiedere un raccolto specifico e faremo ogni sforzo per soddisfarti. L'invecchiamento di «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» avviene in due fasi: in botte e in bottiglia. «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è una Riserva, con un minimo di 36 mesi di affinamento, di cui circa 18 mesi in botti di rovere e il resto del resto, in bottiglia. «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è commercializzato nel formato bottiglia 75 cl. La gradazione alcolica di «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è 13.5% Vol. Il peso di «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è di 1.500 grammi (1,5 Kg.). Nel processo di invecchiamento, «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» viene invecchiato durante 12 Mesi in botti di rovere.

«Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è identificato e commercializzato con il codice a barre EAN 8420347292937. Il prezzo di vendita finale di «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è 19,95 € in Vinoteca.online. Questo prodotto è fornito in confezioni da 3 o più.

In Vinoteca.online sono state effettuate in totale 19 valutazioni su «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja». I consumatori e gli utenti di Vinoteca.online hanno valutato «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» con un punteggio medio di 4.89 su 5.

Per quanto riguarda la degustazione di «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja», le note scintillante, intenso e giallo dorato spiccano nella sua fase visiva. Tra le note predominanti della degustazione olfattiva ci sono intenso, erbe aromatiche, noccioline, aromi fruttati, miele, note dolci, mandorle e vaniglie. Infine, La degustazione di «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» nella fase gustativa si distingue per fresco, cremoso, busta, note saline, complesso, note minerali, note speziate, gustoso, espressivo, in profondità, armonioso, vivo, note floreali, acidità ben integrata, note affumicate, mellow, note di cereali e buccia d'arancia. Si consiglia di associare «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» a carni bianche, risotto ai funghi e polpettone con seppie. La temperatura ottimale da consumare «Barón de Ley 3 Viñas Riserva Rioja» è 10ºC - 12ºC.

Le informazioni mostrate e riferite alle caratteristiche e ai dettagli del prodotto sono state fornite dall'esperto, produttore o produttore e / o pubblicate sui siti ufficiali. In nessun caso può essere considerata come una valutazione fatta dal nostro team, se non diversamente specificato. Vi consigliamo di consultare le recensioni, i commenti, le opinioni e le valutazioni pubblicate dai nostri clienti e utenti per ampliare e / o contrastare queste informazioni. L'immagine del prodotto e la sua etichetta sono rilevanti solo per scopi grafici, quindi potrebbe non coincidere con l'identificazione dell'annata o altre caratteristiche e dettagli del prodotto in vendita. Questo prodotto è fornito nelle condizioni e nel formato in cui è commercializzato al momento attuale.

Denominazione di origine:
D.O.Ca. Rioja.

Barón de Ley 3 Viñas Riserva 75 cl.


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La DO más antigua de España.

Los vinos de Rioja están amparados por la Denominación de Origen más antigua de España. Cuando a finales del siglo XIX nace el Rioja moderno y se dota de identidad propia el nombre de un producto vinculado a su origen, surge la preocupación de los viticultores y elaboradores riojanos por proteger tal identidad de los “usurpadores y falsificadores”, inquietud que culmina con el reconocimiento oficial el 6 de junio de 1925 de la Denominación de Origen Rioja. Desde 1991 los vinos de Rioja están amparados por la primera DO Calificada de España. Su Pliego de Condiciones establece la demarcación de la zona de producción, las variedades de uva que pueden ser cultivadas, los rendimientos máximos permitidos, las técnicas de elaboración y crianza, etc. El Consejo Regulador es la entidad de carácter público encargada de fomentar y controlar la calidad de los vinos amparados, promocionar su imagen y defender los intereses del sector, cuyos representantes integran el órgano de Gestión del Consejo. Hoy Rioja es una de las Denominaciones de Origen del mundo que mayores garantías ofrece respecto a la calidad y autenticidad de sus vinos, y una de las pocas que exige el embotellado en origen para toda su producción. Sin duda, la eficaz aplicación por parte del Consejo Regulador de una normativa de autocontrol mucho más rigurosa que la de otras zonas vitivinícolas ha sido capaz de transmitir seguridad y confianza a los consumidores y ha resultado determinante para alcanzar la posición de liderazgo que los vinos de Rioja ocupan en el mercado.

Una herencia de siglos.

La tradicional vocación de excelencia de los vinos de Rioja les ha permitido consolidar su imagen de prestigio entre los consumidores y convertirlos en la referencia en cuanto a calidad para la vitivinicultura española, tanto con sus vinos de estilo más clásico, cuyas cualidades únicas para el envejecimiento son admiradas por los consumidores de todo el mundo, como con una nueva generación de vinos innovadores. Rioja ha sabido mantenerse a la vanguardia de la innovación vitivinícola con una gran diversidad de vinos con personalidad diferenciada, que han fundamentado su éxito en los mercados y le han situado en la élite de las denominaciones de origen históricas europeas, siendo hoy la marca “Rioja” una de las cinco con mayor notoriedad entre las zonas vinícolas más prestigiosas del mundo. La civilización de la vid y el vino era una realidad en las tierras riojanas hace más de dos mil años, como lo testimonian los numerosos restos arqueológicos de lagares y bodegas datadas en la época de dominación romana. Mantenida esta cultura vitivinícola durante la alta Edad Media al abrigo de los monasterios, sería en el de San Millán de la Cogolla donde Gonzalo de Berceo, primer poeta de la lengua castellana, ensalzara en sus versos las virtudes del vino riojano, cuyo incipiente comercio local controlaba el monacato emilianense. La importancia económica que durante siglos ha tenido la viticultura para la región, siendo su principal cultivo junto al cereal, tiene su origen cuando, al igual que otros grandes vinos europeos, comienza a ser producto de mercado en la transición del medievo a la edad moderna a fin de atender la creciente demanda de una población cada vez más concentrada en las ciudades, lo que requería la modernización del hasta entonces difícil y controlado comercio del vino, que aumenta considerablemente en aquellas zonas vinícolas, como Rioja, que han incrementado la producción muy por encima de sus necesidades de autoabastecimiento. Un hito muy significativo fue la creación en 1787 de la Real Junta de Cosecheros, cuyo objetivo era el fomento del cultivo de la vid, contribuir a la mejora de la calidad de los vinos y facilitar la comercialización en los mercados del norte, por lo que su dedicación prioritaria fue construir y mejorar caminos y puentes para unir los pueblos vinateros riojanos con Vitoria y con el puerto de Santander.

Las zonas de producción.

La DOCa Rioja tiene tres zonas con características vitivinícolas diferenciadas: Rioja Alta, Rioja Alavesa y Rioja Oriental (hasta 2018 denominada Rioja Baja). Los accidentes geográficos han contribuido a conformar una región natural perfectamente delimitada y diferenciada de las que le rodean. La zona de producción de la Denominación de Origen Calificada Rioja está situada en el norte de España, a ambos márgenes del río Ebro. Cien kilómetros de distancia separan Haro, la localidad más occidental, de Alfaro, la más oriental, siendo de unos 40 kilómetros la anchura máxima del valle ocupado por viñedos que, en sucesivas terrazas escalonadas, alcanzan una altitud máxima de unos 700 m. En total forman parte de la DOCa 144 municipios (118 en La Rioja, 18 en Álava y 8 en Navarra) porque sus terrenos son “aptos para la producción de uva con la calidad necesaria”. Toda la zona se beneficia de la confluencia de dos climas tan opuestos como el atlántico y el mediterráneo, que proporcionan temperaturas suaves y precipitaciones anuales algo superiores a los 400 l/m², condiciones muy idóneas para el desarrollo de la vid. Las 65.326 hectáreas de viñedo protegidas por la Denominación se distribuyen en:
- Rioja Alta, con 27.347 has.
- Rioja Oriental, con 24.590 has.
- Rioja Alavesa con 13.389 has.

La Rioja Alta.

Rioja Alta es la zona más occidental de la DOCa Rioja a la que pertenecen numerosas localidades que, bajo la influencia del clima atlántico y sobre una gran variedad de suelos repartidos entre los arcillo-calcáreos, arcillo-ferrosos y aluviales, arrastran a sus espaldas grandes historias cargadas y llenas de emociones y sentimientos que con el paso del tiempo les han permitido convertirse en uno de los principales referentes enoturísticos a nivel mundial, alojando, entre otras muchas riquezas, la mayor concentración de bodegas centenarias de Europa, el camino de la lengua con los monasterios de Yuso y Suso, situados en el pueblo de San Millán de la Cogolla y Patrimonio de la Humanidad o una de las más especiales etapas del Camino de Santiago. El Barrio de las Bodegas de Haro ha sido, y sigue siendo, un punto de encuentro para todo aquel que desea disfrutar de la arquitectura del vino, a la vez que de la historia que guarda cada rincón de las muchas bodegas centenarias que albergan auténticos cementerios de botellas. Muchas de esas cavas siguen estando en manos de las mismas familias desde que, a finales de 1870, se instalaron en una de las dos primeras ciudades españolas en recibir luz eléctrica en sus calles, poco después de París y Londres. “Ya llegamos a Haro, que se ven las luces”, era lo que, allá por finales del siglo XIX, se oía repetidamente al llegar a la zona. Conocer los secretos de la elaboración del vino mientras se degusta un buen vino de Rioja o se charla con algún miembro de la quinta generación de bodegueros es, sin duda, uno de los mejores placeres que nos ofrece la zona de Rioja Alta. Hablamos de algunos municipios que comprenden y delimitan las comarcas de Haro y Nájera, nombres que si ya de por sí suenan y destacan en rincones del mundo entero, también aportan mucho a la región y cuentan con un gran valor paisajístico, una gran riqueza medioambiental, una gran diversidad cultural y una pasión inigualable por el vino capaz de despertar el interés de cualquiera. Haro, Ollauri, Briones, Cuzcurrita del río Tirón, San Asensio, Cenicero, San Vicente de la Sonsierra, Logroño o Fuenmayor son algunos de los destinos que se esconden en esta zona maravillosa situada en la parte más occidental de la región.

La Rioja Oriental.

Rioja Oriental es la zona de la DOCa Rioja ubicada en la zona más al este de la región. Sus condiciones geográficas, al igual que la influencia climática mediterránea y los suelos de la zona, antiguamente conocida como subzona de Rioja Baja, hacen de ella una tierra privilegiada para el desarrollo de la viña. Además de sus muy cuidados vinos, esta zona destaca por su exquisita gastronomía, basada sobre todo en la verdura de la huerta, la cual se suele acompañar de un buen vino de la zona. Además, Rioja Oriental posee un gran itinerario de museos culturales esparcidos por todo su territorio: muestra de ello son su increíble producción y cultivo de setas y champiñones, siendo el municipio de Pradejón el que más champiñones produce a nivel nacional, y museos como el de la Cultura del Aceite, ubicado en Préjano, que expone con todo lujo de detalles la historia y la evolución de uno de los productos más útiles, utilizados y comercializados desde tiempos inmemorables. La cultura del vino está regada y estrechamente vinculada con el carácter de los pueblos de la zona, donde los valores del vino, de sus habitantes, el arte y las actividades relacionadas con el vino y la gastronomía hacen del día a día de Rioja Oriental una visita obligada a localidades como Alfaro, Aldeanueva, Azagra, Calahorra, o Viana.

La Rioja Alavesa.

Rioja Alavesa es la zona de la DOCa que se extiende en poco más de 300 kilómetros cuadrados del sur de la provincia de Álava, en la orilla norte del río Ebro, sobre suelos predominantemente arcillo calcáreos situados en terrazas y pequeñas parcelas y un clima atlántico, seco y soleado. Está compuesta por 18 municipios que le otorgan una belleza inigualable a través de todo tipo de recursos enoturísticos, los cuales, presentes en el medio natural y aportando un gran valor turístico y económico a la zona, consiguen fusionarse con una arquitectura innovadora y muy bien vista y destacada en una gran cantidad de edificios y bodegas históricas que, con el paso del tiempo, han conseguido labrarse un nombre en la historia y sorprender a cualquiera que levantase la vista y observase la majestuosidad y el esplendor de una tierra hecha propia y naturalmente tanto para la elaboración de vinos jóvenes como para su envejecimiento en barrica, otorgándoles unos aromas característicos propios y únicos que representan a la perfección los valores de lo que es Rioja Alavesa. Ejemplos de ello son las pintorescas calles de Elciego o las antiguas bodegas de Laguardia, dos municipios que año tras año atraen a un sinfín de turistas de todas las partes del mundo, los cuales no dudan en volver a repetir la experiencia y sumergirse en las importantes aportaciones y avances técnicos y vitivinícolas que están haciendo sus gentes.

Controles de calidad.

El Consejo Regulador, integrado por representantes de viticultores, bodegueros y Administración, es la entidad encargada de velar por el cumplimento de las normas de la Denominación, con el objetivo de proteger la tipicidad y calidad de los vinos de Rioja. Los vinos de Rioja están amparados por la Denominación de Origen más antigua de España, reconocida oficialmente en 1925. Desde 1991 ostenta la categoría máxima “Calificada”, fue la primera reconocida en nuestro país. Su Pliego de Condiciones establece la demarcación de la zona de producción, las variedades de uva que pueden ser cultivadas, los rendimientos máximos permitidos, las técnicas de elaboración y crianza, etc. Desde la producción a la comercialización, el Consejo Regulador mantiene un riguroso y eficaz sistema de control, tanto en lo que se refiere a la cantidad como a la calidad de los vinos protegidos.

Control de viticultura.

Tanto en la producción como en la elaboración de los vinos de Rioja, y siempre con el objetivo de optimizar la calidad, se aplica una normativa más rigurosa que la de otras zonas vitivinícolas. Los aspectos relacionados con el cultivo de la vid están contemplados por el Pliego de Condiciones de la Denominación, o por las normas emanadas desde el Consejo para su desarrollo, como la densidad de plantación, que será obligatoriamente de 2.850 cepas por hectárea como mínimo y de 10.000 cepas por hectárea como máximo. Todos y cada uno de los viñedos que integran la denominación deben figurar en los registros del Consejo con el nombre del propietario, término municipal, paraje, superficie, variedad, año de plantación y número de cepas. Las prácticas de cultivo deben tender con carácter general a optimizar la calidad de las producciones. Se establecen igualmente los límites de producción máximos autorizados por hectárea, límites situados por debajo de la media de las Denominaciones europeas más prestigiosas. Para las variedades tintas este límite es de 6.500 kgs. por hectárea y para las variedades blancas de 9.000 kgs. por hectárea.

Control de la vendimia.

Las garantías de calidad y origen para los vinos de Rioja se realizan desde la misma vendimia. Es uno de los momentos claves en los que se aplica el completo sistema de control establecido por el Consejo para garantizar el origen y calidad de los vinos producidos en la Denominación. Durante el transcurso de la vendimia, los Servicios de Inspección del Consejo controlan los traslados de uvas, vigilan las zonas limítrofes de la Denominación, verifican la calidad de las uvas y coordinan a los más de 200 “auxiliares de vendimia” que controlan el pesaje de toda la producción de uva en cada una de las básculas ubicadas en los centros de elaboración. Para poder elaborar o vender uva con derecho al uso de la Denominación de Origen Calificada Rioja, los casi 15.000 titulares de viñedos actualmente existentes en Rioja deben poseer una “tarjeta de viticultor” en cuya memoria figuran la superficie de viñedo inscrito y el rendimiento máximo en Kgs. 6.500 kgs. por hectárea para las variedades tintas y 9.000 kgs. para las variedades blancas. Las bodegas elaboradoras tienen que comunicar al Consejo Regulador con antelación suficiente, la fecha de inicio o apertura de recogida de uvas, así como los puntos o lugares donde ésta se efectúe e incluso el horario de recepción, ya que toda la uva debe pesarse en presencia del vigilante del Consejo. Una vez finalizada la vendimia, las bodegas elaboradoras, realizarán ante el Consejo Regulador la declaración jurada de los vinos elaborados acompañada de la relación nominal de los proveedores de uva y la cantidad entregada por cada uno de ellos. Al estar todas las pesadas tramitadas telemáticamente al Consejo Regulador, este organismo pone a disposición de las bodegas la relación de proveedores para que simplemente la configuren con su firma.

Certificación.

El Consejo Regulador de la DOCa Rioja tiene acreditado el cumplimiento de la norma UNE-EN ISO/IEC 17020:2012 (Acreditación 349/EI 554) desde el 7 de abril de 2017. Así mismo, está en trámites para hacerlo también con la norma UNE-EN ISO/IEC 17065:2012.

Control de calificación a operadores.

La calificación es un examen de autoevaluación del vino por parte de la bodega la cual determina si el vino elaborado cumple con los requisitos que marca el Pliego de Condiciones.El Consejo Regulador aplica, por su parte, un control de calificación a las bodegas para verificar y validar partidas de vino calificadas por la bodega. Este control se desarrolla entre el 1 de diciembre y 31 de marzo y son tomadas por los técnicos del Consejo en los mismos depósitos donde el vino ha fermentado. Se analizan después en uno de los tres laboratorios oficiales de la Denominación (Estaciones Enológicas de Haro, Laguardia y Olite), a fin de determinar si sus componentes se ajustan a las exigencias del Pliego de Condiciones de Rioja. El panel de cata es quien realiza el examen organoléptico de las muestras, valorando la tipicidad, color, limpidez, olor, sabor y calidad del vino. La cata constituye el mejor instrumento para determinar la calidad del vino, así como su personalidad diferenciada e inequívocamente riojana, efectuándose individualmente, sin comentarios previos, para evitar influencias mutuas entre los catadores. El panel de Cata lo constituyen unos 140 expertos que actúan bajo la supervisión de un técnico del Consejo Regulador y están integrados por cinco catadores: procedentes de tres sectores, el viticultor-elaborador, el bodeguero y los técnicos independientes, quienes con absoluta independencia y criterios estrictamente profesionales evalúan el vino catado y su aptitud para que le sea reconocido o no el derecho a la Denominación de Origen Calificada Rioja.

Control en la bodega.

Las bodegas que elaboran y comercializan vinos de Rioja deben figurar en los registros del Consejo Regulador.
Deben además cumplir una serie de requisitos, como estar ubicadas dentro del territorio de la Denominación de Origen y separada por vía pública de cualquier otro local destinado a vinos no amparados, ya que se exige dedicación exclusiva a los vinos de Rioja. Las instalaciones deben igualmente reunir características idóneas para la elaboración, crianza y embotellado. Las bodegas están clasificadas en cuatro tipos diferentes: Cosecheros, cooperativas, almacenistas y criadores. Para ser bodega criadora es preciso disponer de un mínimo de 50 barricas de roble de 225 litros y de 22.500 litros de vino en existencias. El control del tiempo de envejecimiento, que dará derecho a utilizar uno u otro tipo de contraetiqueta, se efectúa mediante fichas en que figuran todos los movimientos que va efectuando el vino de cada cosecha dentro de la bodega hasta su salida al mercado (depósito, barrica, botella, etiquetado…), fichas que cada bodega entrega mensualmente al Consejo Regulador para su procesamiento informático. El órgano de Control del Consejo realiza inspecciones periódicas para aforar existencias por tipos de vino, número de barricas y botellas, contraetiquetas, etc., y contrastar así la veracidad de las declaraciones efectuadas por las bodegas. También se controlan los movimientos de vinos entre diferentes bodegas (ventas de cosecheros y cooperativas a criadores principalmente), que requieren las correspondientes autorizaciones, y se toman muestras de producto terminado para su examen analítico y de cata, tanto en las propias bodegas como en los puntos de venta del mercado nacional y exterior. Todas las etiquetas utilizadas por las bodegas en la comercialización de sus vinos han de ser previamente comunicadas al Consejo, quien también expide los certificados de origen para la exportación a terceros países, aunque este requisito no sea obligatorio ya que cada botella porta una garantía individual.

Garantía y control de mercado.

El Consejo Regulador de la DOCa Rioja tiene implantado un sistema de seguridad, pionero en el mundo del vino, con el objetivo de garantizar la autenticidad de las contraetiquetas y precintas de los vinos de Rioja. Se trata de un dispositivo ópticamente variable (“Rioja Trustseal”) que incorpora en una pequeña banda (7×22 mm.) de aspecto metalizado elementos del logotipo y la palabra Rioja. Gracias al brillo y nitidez extremos y a los efectos ópticos, el consumidor puede identificar, incluso en condiciones de poca luz, este diseño exclusivo para Rioja, comprobando por sí mismo la autenticidad del documento. Un sistema ya probado en los principales billetes europeos de curso legal y concebido por la empresa líder mundial en elementos de seguridad, que hace inimitables a las contraetiquetas y precintas de Rioja. Pionera en la implantación del primer sello de garantía de origen en 1926 y de las primeras contraetiquetas de crianza en 1974, esta “garantía de autenticidad” que Rioja ofrece a sus consumidores desde el 2000 en todo el mundo se suma a las ya tradicionales de calidad, origen, añada y categoría de envejecimiento reflejadas en cada contraetiqueta.

Control de mercado.

Rioja es, probablemente, una de las Denominaciones de Origen del mundo que mayores garantías ofrece hoy al consumidor respecto al origen, añada, categoría y calidad de cada botella que lleve uno de los cuatro tipos de contraetiquetas o precintas otorgadas por el Consejo Regulador (genérica, crianza, reserva y gran reserva). Para alcanzar este objetivo de máximo aseguramiento, y como corresponde a su condición de DO Calificada española, no solo se aplica una rigurosa normativa de control sobre la producción vitícola y la elaboración del vino, sino que incluso se amplía tal control a la fase de comercialización. En general, los sistemas de control establecidos en las Denominaciones de Origen afectan a viticultores y bodegas ubicados en la zona protegida, sin que existan controles regulares en el mercado frente a posibles actuaciones ilícitas de agentes externos. Una de las medidas de control exclusivas de Rioja, que complementa su estricto control general, consiste precisamente en la toma de muestras de vinos de Rioja en punto de venta, tanto en el mercado español como en el exterior. Las muestras son sometidas al examen del Órgano de Control del Consejo, tanto desde el punto de vista de las características del producto, como de su etiquetado y de la autenticidad de los documentos de garantía que ostenten. Actualmente, las tecnologías de última generación permiten al Consejo Regulador controlar la autenticidad de las “contraetiquetas de garantía” mediante la incorporación a las mismas de elementos de seguridad como el denominado “Rioja trustseal”, lo que facilita la prevención y detección de cualquier tipo de utilización ilegal de la marca Rioja, haciendo muy improbables tales prácticas. Con el seguimiento sistemático del vino en sus mercados finales, único en nuestro país, la DOCa Rioja sigue en el lugar pionero que tradicionalmente ha mantenido en cuanto a ofrecer a los consumidores el más completo sistema de aseguramiento de la calidad, origen y envejecimiento de sus vinos protegidos.

Vino bianco D.O.Ca. Rioja

Selezione del prodotto Vino bianco D.O.Ca. Rioja.
Barón de Ley 3 Viñas Riserva 75 cl.


Varietà:
Viura, Malvasía e Grenache Bianca.

Barón de Ley 3 Viñas Riserva 75 cl.


Varietà Viura.

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Español [ ES ]

Origen.

La variedad viura, también muy conocida como macabeo, es una variedad de uva blanca utilizada en la elaboración de vino. Existe controversia al origen de la uva viura, en parte debido a la tardía detección de la sinonimia entre viura y macabeo. Hay autores que sitúan su origen en Asia Menor, aunque la primera cita de viura la ubica en los Pirineos orientales franceses, en contraposición a otras opiniones que colocan su origen en la región de Aragón. Por tanto, desde el punto de vista vitivinícola, se desconoce a ciencia cierta su origen, pero se puede asegurar, sin temor a equivocarse, que los primeros vinos de uva viura se elaboraron en un área situado entre el sureste de Francia y el noreste de España.

Características.

Las viña viura es una variedad rústica que se adapta con facilidad a distintos tipos de suelos, aunque se desaconseja para lugares frescos y húmedos o demasiado secos, ya que tiene facilidad para el desecamiento y a la senescencia y caída precoz de las hojas. Es una uva formada en racimos grandes, compactos y con pedúnculo corto, con forma cónica larga, rodeados de hojas grandes formadas por cinco lóbulos con un seno peciolar poco abierto o incluso cerrado. Las uvas son de color amarillo dorado, de un tamaño mediano, esféricas y uniformes y que, en su estrujado, producen un hollejo grueso. Es una variedad con cepas bastante vigorosas, de porte erguido y de alto rendimiento productivo, tanto por hectáreas como en mosto. Su fertilidad es alta, así como sus rendimientos. Esta variedad es muy sensible a las polillas y a la botrytis cinerea o podredumbre gris. Su sensibilidad al oídio y la necrosis bacteriana es media alta, así como a los ácaros. Por el contrario, no es demasiado sensible al mildiu y al corrimiento de racimo. Es una uva de brotación relativamente tardía, así como su maduración mientras su desborre es temprano, lo que la hace sensible a las heladas.

Zonas de cultivo.

Las regiones que producen vino blanco a partir de esta uva son principalmente La Rioja y Penedés, siendo muy usada para la elaboración de cava en Cataluña, aunque también se elaboran vinos blancos con uva viura en Aragón, Castilla la Mancha, Valencia y Extremadura. En Francia es habitual en la región de Languedoc-Rosellón. Es la variedad más utilizada para los vinos de Rioja, los espumosos de Rueda y muy principal en la elaboración del cava.

Vinos.

La variedad viura es muy polivalente, apta para la fermentación en barrica y, según las condiciones de cultivo, permite obtener distintos tipos de vinos blancos secos, espumosos o incluso vinos dulces naturales. Son vinos ligeros y agradables, equilibrados en acidez y azúcar y de color pálido. En nariz da lugar a vinos con aromas florales y frutales, como la manzana, de intensidad media alta. En boca produce vinos ligeramente astringentes que, cuando han sido vendimiados tardíamente y son envejecidos en madera, recuerdan a la miel y frutos secos. También son utilizados en el coupage de los tintos jóvenes o de crianza, imprimiendo acidez al conjunto, sobre todo cuando se ha hecho una vendimia precoz en la zona centro, o cuando el cultivo es en climas frescos. El grado alcohólico de estos vinos ronda 13,6º con acidez media de 5,3.

Vino bianco Viura

Selezione del prodotto Vino bianco Viura.
Barón de Ley 3 Viñas Riserva 75 cl.


Varietà Malvasía.

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Español [ ES ]

Origen.

El término malvasía designa a una familia de variedades originarias del Mediterráneo, probablemente de Grecia, y la isla de Madeira, que en la actualidad se cultivan en todas las zonas vitivinícolas del mundo. En España la introducen los almogávares en el siglo XIV, muchos de los cuales, a la vuelta de la expedición de Bizancio, se asentaron en las huertas de Valencia y también en las de Alicante, donde plantaron cepas de esa variedad que trajeron consigo, donde se elaboraron grandes vinos valencianos entre los siglos XV y XVI. Ramón Muntaner, uno de los generales, regresa a valencia en 1307 para casarse con Xirivella, dueña de una alquería donde plantó la uva malvasía. Desde allí se exportó a las Islas de Madeira y también a Canarias entre los siglo XV y XVI.

Características.

Aunque generalmente se habla de malvasía para referirse a la variedad blanca, también existe una malvasía tinta con el nombre de malvasía negra. Las diversas variedades se diferencian notablemente entre ellas por la morfología de la planta, color, sabor y composición bioquímica del fruto, precocidad de maduración, productividad y aptitud para la vinificación. Las vides malvasía pueden ser de dos grupos: los que tienen un ligero aroma que recuerda al moscatel y otros de sabor simple. Son cepas poco productivas y de escasa fertilidad, vigorosas, con porte tumbado o semierecto, de desborre muy temprano y con envero y maduración precoces. Sus racimos son medianos y poco compactos pero uniformes, alargados, con forma piramidal, muy alados, de compacidad media a elevada. Con pedúnculo muy corto y verde. Las uvas son de tamaño medio a pequeño, de sección esférica, perfil muy ligeramente elíptico, de hollejo muy fino de color verde con tendencia a tonos amarillo-dorados, con mucha pruina. Ombligo muy marcado. Su pulpa está apenas pigmentada, blanda, muy jugosa, con sabor muy dulce y aromática. Son cepas que resisten bien al frío del invierno pero no así a las heladas primaverales. Se adaptan muy bien al encharcamiento del suelo y al exceso de humedad, sin embargo, no resisten bien las sequías. Precisa de climas suaves y suelos filtrantes. Son cepas muy sensibles al mildiu y a la botritis, así como a los ácaros y a la polilla del racimo. La podredumbre ácida y los cicadélidos afectan bastante a estas cepas, y moderadamente el desecado del raspón y un más al oídio.

Zonas de cultivo.

Es una variedad internacional pues podemos encontrarla en Portugal como protagonista en la elaboración del Vino madeira, en Francia, Croacia, Eslovenia incluso en Brasil, pero es Italia (Lombardía, Sicilia, Lipari, y también Cerdeña) el principal país productor de esta variedad. En España también existe una amplia extensión. Son las comunidades autónomas de Castilla y León y Comunidad Valenciana las claras representantes, aunque en Aragón, Baleares, Castilla-La Mancha, Cantabria, Rioja y Murcia también apuestan por ella. Siempre se ha cultivado en abundancia en casi todas las islas del mediterráneo.

Vinos.

Con esta uva se elaboran desde los vinos monovarietales más jóvenes, hasta crianza o reserva, que normalmente se elaboran con distintas variedades. Los vinos jóvenes elaborados con estas uvas presentan tonos amarillos verdosos en cambio los crianza se acercan más a las tonalidades doradas. Tiene un alto contenido en azúcar lo que la hace perfecta para elaborar vinos dulces, de este modo los vinos elaborados malvasía aguantan bien el envejecimiento. La mayoría de los vinos procede de una varietal denominada malvasía bianca. Se producen vinos de mesa blancos o de color tostado, y más raramente tintos. Con fuertes aromas. También vino de postre y vino generoso.

Vino bianco Malvasía

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Varietà Grenache Bianca.

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Español [ ES ]

Origen.

Esta uva, procedente del noreste de España, hay controversia sobre si de Alicante, Aragón o Cataluña, es una mutación de la garnacha tinta. Como toda mutación, comparte gran parte de las características de su predecesora, salvo por el color del racimo. Es conocida también como Alicante blanca, belan, feher grenache, garnatxa blanca, vernatxa blanca, rool grenache, silla blanc, sillina blanc y grenache blanc. Su cultivo se extiende por el sureste de Francia y el noreste de España, formando parte de los vinos con D.O. Alella, Costers del Segre, Tarragona y Terra Alta, siendo en ésta última donde se encuentra la tercera parte de la producción mundial. No obstante, también está autorizada en otras D.O. españolas como Cariñena, Cigales, L’Empordá-Costa Brava, Navarra, Priorat, Somontano y Rioja y en Francia en las zonas vitivinícolas de Rousellony el Valle Agy.

Características.

Las viñas de Garnacha Blanca se caracterizan por tener hojas de tamaño medio, pentagonales y con cinco lóbulos, con racimos de tamaño pequeño/mediano, bastante compactos y provistos de pedúnculos mu cortos. Las con uvas son medianas, de forma elíptica, que en su estrujado generan un hollejo fino. Las cepas son muy vigorosas y fértiles, de brotación media, así como su maduración, dando unas producciones medias, al igual que sus rendimientos. Resisten muy bien a la sequía y se adaptan a terrenos poco fértiles y pedregosos, no así a zonas con exceso de humedad y a condiciones de encharcamiento. Como la garnacha tinta, es muy sensible al corrimiento del racimo, aunque en menor medida. Esta variedad de viña es muy sensible a varias enfermedades y plagas como la excoriosis, mildiu, botrytis y necrosis bacteriana, pero en mucha menor medida al oídio. También le afecta sensiblemente la polilla del racimo, pero no los ácaros. Los suelos con carencia de magnesio suelen exteriorizarse fácilmente en esta uva.

Vinos.

Las extraordinarias características propias de la garnacha blanca como la acidez que le confieren esta compensación con el alcohol, el equilibrio en los matices oxidativos tan complejos a la hora de su elaboración y su madurez tardía a pesar del calor, hacen de ella una variedad que no deja impasible a quien la disfruta. Especialmente en la D.O. Terra Alta, han sabido entender la garnacha blanca como uva principal para elaborar vinos varietales de altísima calidad que ofrecen la frescura de su fruto y la tipicidad del Mediterráneo. Los vinos elaborados con uvas garnacha blanca son alcohólicos, con acidez media alta y ricos en extracto, con bajos contenidos en potasio y ácido málico. En fase visual presentan un tono amarillo-verdoso, expresándose en nariz con aromas de intensidad media, notas florales, afrutadas y herbáceas. Su boca es ligera, ácida y con persistencia media. Su contenido en oxidasas aconseja una esmerada elaboración para evitar oxidaciones precoces. Con esta variedad se elaboran vinos blancos monovarietales, o bien en mezcla con otros tipos de uva blanca. Suelen utilizarse para producir vinos blancos dulces naturales, así como vinos rancios de color dorado, grasos y amplios, que se consumen como vinos de postre.

Vino bianco Grenache Bianca

Selezione del prodotto Vino bianco Grenache Bianca.
Barón de Ley 3 Viñas Riserva 75 cl.


Esencias «s» Premium Edition 6 Meses Crianza Esencias «s» Premium Edition 6 Meses Crianza Esencias «s» Premium Edition 6 Meses Crianza

Scheda dati.
Barón de Ley 3 Viñas Riserva 75 cl.

Vino bianco. Barón de Ley. 3 Viñas. Riserva. D.O.Ca. Rioja. La Rioja. Spagna. Viura, Malvasía, Grenache Bianca. Bottiglia. 75 cl..


Varietà Vino biancoViura, Malvasía, Grenache Bianca.
Paese d'origine SpagnaSpagna.
Regione di origine SpagnaLa Rioja.
Denominazione di origine SpagnaD.O.Ca. Rioja.
Vendemmia / Raccolta
Attualmente commercializzato dal produttore.
Invecchiamento Riserva
Formato Bottiglia.
Capacità 75 cl.
Contenuto di alcol 13.5% Vol.
Nota visiva Scintillante, Intenso, giallo dorato.
Nota olfattiva Intenso, Erbe aromatiche, Noccioline, Aromi fruttati, Miele, Note dolci, mandorle, Vaniglie.
Nota di degustazione Fresco, Cremoso, Busta, Note saline, Complesso, Note minerali, Note speziate, Gustoso, Espressivo, In profondità, Armonioso, Vivo, Note floreali, Acidità ben integrata, Note affumicate, Mellow, Note di cereali, Buccia d'arancia.
Abbinamento raccomandato Carni bianche, Risotto ai funghi, Polpettone con seppie.
Temperatura di consumo 10ºC - 12ºC.
Periodo di invecchiamento 12 Mesi.
Botti di invecchiamento Roble americano.
Tipologia Vino bianco.
D.O.Ca. Rioja.
Produttore Barón de Ley.
Nome 3 Viñas.
Peso 1.500 gr. (1,5 Kg.).
EAN 8420347292937
Commenti 19 Recensioni degli utenti.
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Prezzo attuale 19,95 €
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Descrizione
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El Barón de Ley 3 Viñas Blanco Reserva es un blanco como los de antes. Elaborado a partir de las uvas Viura, Malvasía y Garnacha Blanca de viñedos situados en el Valle del Najerilla cuya vinificación de desarrolla por separado. El coupage final envejeció en roble americano durante 12 meses y descansó en botella durante al menos 1 año más.
Paese d'origine Spagna. Questo prodotto è spedito da Spagna.
Certificazione (UE)401/2010 Denominación de Origen Calificada (D.O.Ca.)
D.O.Ca. Rioja.
Regione di produzione La regione di produzione di D.O.Ca. Rioja si trova in Las regiones de las comunidades autónomas de La Rioja y el País Vasco mayoritariamente, y en menor medida de Navarra y Castilla y León​. Por la diversidad orográfica y climática se distinguen tres subzonas de producción: Rioja Alta (76 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 1, Miranda de Ebro, en la provincia de Burgos, Castilla y León), Rioja Baja (42 términos municipales en la comunidad autónoma de La Rioja y 8 en Navarra) y Rioja Alavesa (15 términos municipales en la provincia de Álava, País Vasco).
Posizione di conservazione Posizione laterale, bottiglia orizzontale.
Temperatura di conservazione Conservare a una temperatura costante da 10-17 ° C.
Umidità deve essere costante intorno al 60-80%.
Raccomandazioni Tenere preferibilmente lontano dalla luce.
Accessori Questo prodotto è fornito nelle condizioni e nel formato in cui è commercializzato al momento attuale. Nei casi in cui il prodotto includa un imballaggio, una scatola e/o una custodia aggiuntivi, Questi accessori saranno inclusi nella spedizione purché siano conformi alle dimensioni dell'imballaggio speciale adattato e approvato per il trasporto di bevande.
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Se non hai più di 18 anni, lei deve lasciare questo sito.
Consumo Si raccomanda di bere con moderazione e di avere un consumo responsabile di bevande alcoliche.
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Barón de Ley 3 Viñas Riserva 75 cl
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